ISBN 979-12-200-6339-5 ISBN-A 10.979.12200/63395 (2020)

Percorso turistico "Sulla via di Raimondo de' Sangro Principe di San Severo" by Francesco Paolo Pinello (come se fosse la tappa di un Grand Tour dei tempi che furono...)

Ricerche sulla devianza sociale cognitiva e sul mutamento sociale

© Tutti i diritti riservati 

 

Questo sito-ebook va letto unitamente al volume F.P. Pinello (2020), Il Decoro. Dalla Cappella Sansevero a Palazzo Bongiorno (Tipheret, Gruppo Editoriale Bonanno, Acireale-Roma), perchè ne costituisce parte costitutiva e integrante. Chi visita il Palazzo può utilizzarlo come guida turistica online 


GLI AFFRESCHI DI PALAZZO BONGIORNO E DELLA CHIESA SANTUARIO DELLO SPIRITO SANTO: "DEUS UNUS EST" (ED E' SPIRITO)


Gli Affreschi

Alcuni particolari. Foto by Natale Sottile

L'ALCHIMIA E IL MODELLO DI UOMO (MASSONICO) DECOROSO

"Sic floret decoro decus" (Iconologia di Cesare Ripa)
"Sic floret decoro decus" (Iconologia di Cesare Ripa)
"Sic floret" (capovolto) / "Decoro decus"
"Sic floret" (capovolto) / "Decoro decus"

Sul tema del Decoro, si veda:

 

https://accademiaindustriosidigangifra.jimdofree.com/il-decoro/

 

Si vedano anche:

 

"L'amore è il peso che dà il moto all'anima". Giansenismo e massoneria nella seconda metà del Settecento siciliano: 

https://books.google.it/books?id=zVMfCgAAQBAJ&printsec=frontcover&hl=it&source=gbs_ge_summary_r&cad=0#v=onepage&q&f=false

 

Gli affreschi di Palazzo Bongiorno, "dimora filosofale" a Gangi: 

https://books.google.it/books?id=RZR_jgEACAAJ&printsec=frontcover&hl=it&source=gbs_ge_summary_r&cad=0#v=onepage&q&f=false

IL TEMA DEL SIMBOLO DEL TABERNACOLO E DEL LIBRO (esoterismo massonico e giansenismo)

Il pipistrello che, nel dipinto a seguire, diventa la Notte (Iconologia di Cesare Ripa)
Il pipistrello che, nel dipinto a seguire, diventa la Notte (Iconologia di Cesare Ripa)
Se comprenderete ciò che non è scritto né disegnato, allora "Bonam Ortu Diem"
Se comprenderete ciò che non è scritto né disegnato, allora "Bonam Ortu Diem"
Se comprenderete ciò che non è scritto nè disegnato, allora "Bonam Ortu Diem"
Se comprenderete ciò che non è scritto nè disegnato, allora "Bonam Ortu Diem"

Sul significato alchemico dell'affresco "Bonam Ortu Diem"  (Nigredo - Albedo - Rubedo), si veda:

 

https://accademiaindustriosidigangifra.jimdofree.com/palazzo-bongiorno/

 

 

Da F.P. Pinello, Gli affreschi di Palazzo Bongiorno dimora filosofale, a Gangi:

Vediamo, adesso, cosa scrive Cesare Ripa, a proposito della “Notte”(vedi la parte superiore dell’affresco sopra riportato), nella sua Iconologia, Tomo IV:

 

“Donna vestita di un manto azzurro, tutto pieno di stelle. Avrà alle spalle due grandi ali in atto di volare. Sarà di carnagione fosca e avrà in capo una ghirlanda di papavero. Nel braccio destro terrà un fanciullo […], e nel sinistro un altro fanciullo […] e ambedue i detti fanciulli dormienti. […] La ghirlanda di papavero per la sua singolare proprietà di fare dormire significa il sonno, figliuolo, ed effetto della notte, il quale è notato più particolarmente nel fanciullo tenuto dalla sinistra mano dormendo”.

 

In questo stesso Tomo IV dell’Iconologia, oltre alla voce “Notte” di Cesare Ripa, c’è anche la voce “Notte” di Gio: Zaratino Castellani:

 

“Donna di carnagione, e capigliatura fosca,incoronata di papaveri. Abbia sulle spalle due grandi ali negre assai distese. La veste sia nera ricamata di lucide stelle. Tenga nel destro braccio un fanciullo […] addormentato: nel sinistro un altro fanciullo […], anch’esso in atto di dormire”.

 

 

Si può facilmente vedere come, in effetti, la figura della “Notte”dell’affresco corrisponda a quella dell’Iconologia di Cesare Ripa. Le uniche differenze, rispetto a essa, sono la corona, che è di tralci di vite e non di papaveri, e la figura alata, che è maschile e non femminile. 

 

 

 

Il libro aperto con calligrafia illegibile (indecifrabile per i non iniziati all'iconologia degli affreschi del palazzo), in mano alla Giustizia (Giustificazione): affresco "Clementia Mundi"
Il libro aperto con calligrafia illegibile (indecifrabile per i non iniziati all'iconologia degli affreschi del palazzo), in mano alla Giustizia (Giustificazione): affresco "Clementia Mundi"
La Sapienza (la Civetta)
La Sapienza (la Civetta)
7 righe: Deus Pater / Deus Filius / Deus Spiritus Sancti / et tamen non / Tres Dii / sed UNUS est / DEUS (ed è Spirito: Tres vidit et UNUS adoravit). Da notare il Triangolo coll'occhio, sotto il Tetragramma in latino DEUS dal quale partono i raggi di Sole
7 righe: Deus Pater / Deus Filius / Deus Spiritus Sancti / et tamen non / Tres Dii / sed UNUS est / DEUS (ed è Spirito: Tres vidit et UNUS adoravit). Da notare il Triangolo coll'occhio, sotto il Tetragramma in latino DEUS dal quale partono i raggi di Sole

SANTUARIO DELLO SPIRITO SANTO: DEUS UNUS EST (ed è Spirito).

 

Icona di "DEUS UNUS" presso la chiesa Santuario dello Spirito Santo di Gangi. Gli affreschi della chiesa sono coevi a quelli di Palazzo Bongiorno. In entrambi intervennero Gaspar / Fumagalli / Romanus e la famiglia del barone Francesco Benedetto Bongiorno.

Si noti la colomba (DEUS SPIRITUS) nel petto di DEUS PATER. Il dipinto è circondato dai quadretti dei dodici apostoli (DEUS FILIUS).

Il Tema "Deus Pater / Deus Filius / Deus Spiritus Sancti / et tamen non / Tres Dii / sed UNUS est / DEUS" (ed è Spirito: Tres vidit et UNUS adoravit) del dipinto della chisa Santuario dello Spirito Santo è lo stesso di quello del Sigillo su sette righe del Tabernacolo di Palazzo Bongiorno.

 

È verosimile che l’attuale icona della chiesa Santuario sia stata realizzata nel XVIII sec., in quanto si inserisce benissimo nel contesto culturale e religioso (giansenista) della famiglia del barone Francesco Benedetto Bongiorno, dell’Accademia degli Industriosi di Gangi e dei dipinti degli affreschi della saletta del Tabernacolo di Palazzo Bongiorno. Per realizzare l’icona attuale, verosimilmente fu utilizzato un “Signo Tabellionis”, e cioè un sigillo, del notaio Giovanni di Salvo risalente alla seconda metà del XVII sec. e recante un’immagine dello Spirito Santo assai simile a quella dell’attuale icona della chiesa Santuario. I Salvo, nella seconda metà del Settecento, erano Accademici Industriosi. Bidogna ricordare anche che il nome completo di Giuesppe Fedele Vitale, autorevolissimo segretario dell'Accademia degli Industriosi di Ganci (o Gangi), era "Giuseppe Fedele Vitale, e Salvo".

 

Oggi sappiamo che anticamente (verosimilmente fino alla seconda metà del XVIII sec.) l’icona non era l'attuale, bensì quella di un Cristo Pantocratore, la quale è stata rinvenuta nel 1984, al di sotto dell’icona oggi visibile, dopo l'effettuazione di alcuni saggi che avevano fatto ipotizzare l'esistenza di un dipinto sottostante.

 

Questa è la relazione del Ciandro della Cappella Palatina di Palermo.

<Visita alla Chiesetta dello Spirito Santo in Ganci.

Invitato e accompagnato dal Rev.mo P. Cataldo Migliazzo, Provinciale dei PP. Minori Osservanti, ho visitato la Chiesetta dello Spirito Santo in Ganci (Palermo) nel pomeriggio del 25-4-1984.

Ho rilevato quanto segue:

1) L’absidiola centrale fu decorata fin dagli inizi della Chiesa, con la figura del Cristo Pantocrator, che è riemersa durante i recentissimi lavori di restauro. L’età dell’affresco primitivo non è facile determinare con esattezza anche a causa dell’ultimo freschissimo restauro, che permette soltanto una visione in parte alterata. Ad ogni modo è posteriore al periodo normanno e forse anche svevo (ipoteticamente XIII o XIV sec.). Il modello è il Pantocrator di Cefalù, come sembra.

Nel libro aperto, tenuto con la sinistra da Cristo, si leggono a sinistra le parole: IN PRINCIPIO ERA(T) VERBUM ET DEUS ... OCH ERA(T) (Giov. 1, 1-2). OCH sta per HOC.

Le parole della pagina destra attualmente non risultano leggibili: si tratta di otto lettere, separate da vistose lacune, difficilmente colmabili.

2) Al margine dell’abside sono visibili per intero soltanto sei tondi, così disposti: al cento l’”Agnus Dei”; scendendo a destra S. Pietro, S. Bartolomeo, S. ............ (?); scendendo da sinistra S. Paolo e S. Giovanni Evang.

S. Giov. Evang. è dato attraverso il suo simbolo, l’aquila, che reca disteso il cartiglio, che lo identifica, con le parole NARMINAI. Queste otto lettere sono da leggere (E)N ARCHI’ (I)N O L(ògos), cioè “In principio era il V(erbo)”: sono parole greche, di cui non si capiva più il significato; quindi sono trascritte in caratteri latini con queste particolarità: / manca la E iniziale; il X greco (= CH) venne confuso con N; manca la lettera I, inizio della terza parola, contratta con la I finale della parola precedente; la O (quarta parola) fu trascritta A; e la L, iniziale dell’ultima parola, venne tracciata solo nel tratto verticale, sì che pare una I.

Questa spiegazione può sembrare fantastica, ma è sicura. La frase di Giov. 1, 1 nel medioevo era di rito per identificare l’Evangelista.

2) In periodo posteriore fu deciso un intervento nella scrittura a destra del libro; si abolì il testo precedente e si aggiunse un riferimento allo Spirito Santo: Charitas Dei difusa est in cordibus nostris per Spiritum Sanctum, cui datus est nobis (Rom. 5, 5).

Non è chiaro se l’intervento interessò anche la pagina sinistra.

3) Un terzo intervento radicale mutò le sembianze del Pantocrator in quelle del Padre Eterno, che fu invecchiato nel volto e variato nelle vesti; l’aureola circolare fu sostituita con una triangolare, più trinitaria.

Nel libro aperto fu tolto ogni riferimento a Cristo, e furono inserite due nuovi testi, che hanno rapporto col Padre (a sinistra) e collo Spirito Santo (a destra)

Ego Dominus Deus tuus docens te utilia, gubernans te (Isaia 48, 17). Spiritus ubi vult spirat, sed nescis unde veniat aut quo vadat (Giov. 3, 8).

4) Finalmente, in epoca recentissima, si volle rendere ancora più evidente la persona dello

Spirito Santo, dipingendo sul petto del Padre Eterno la mistica colomba ad ali spiegate.

Sac. Benedetto ROCCO> 

 

 

Per quanto riguarda le altre analogie tra i dipinti di Palazzo Bongiorno, quelli della chiesa Santuario dello Spirito Santo e quelli della Cappella Sansevero, si veda la pagina di questo sito ebook "L'affresco del Decoro di Palazzo Bongiorno, la statua del Decoro della Cappella Sansevero, l'icona del Decoro dell'Iconologia di Cesare Ripa. Gli affreschi di Palazzo Bongiorno, della Cappella Sansevero e della chiesa Santuario dello Spirito Santo".

 

Come si può vedere dall'immagine sovrastante, nella testa dell'icona c'è il "triangolo equilatero di S. Agostino", il quale contiene gli occhi di DEUS UNUS. Il naso e gli occhi formano una TAU. Il Triangolo è il simbolo della Trinità e dell'Unità di Dio. Nel petto dell'icona è dipinta una colomba, la quale è il simbolo dello Spirito Santo. In una delle pagine del libro aperto si legge un versetto di Isaia (48,17): Ego Dominus Deus tuus docens te utilia gubernans te.  Nell'altra un versetto del Vangelo secondo Giovanni (3,8): Spiritus ubi vult spirat, sed nescis unde veniat aut quo vadat.

 

Nella saletta del Tetragramma latino "DEUS" (UNUS est DEUS), il GADU (Grande Architetto dell'Universo, o Grande Orologiaio, Eterna Mente) dei Massoni, c'è la prefigurazione della tenda di Esodo e del tempio di Salomone (che è anche il porototipo del tempio dei Massoni): la tenda di Abramo, al querceto di Mamre.

 

Sul tema della tenda, si veda:

 

https://www.paoline.it/blog/bibbia/2564-la-tenda.html

 

"Tres vidit et UNUM adoravit": particolare, oggi non più leggibile per intero
"Tres vidit et UNUM adoravit": particolare, oggi non più leggibile per intero
"Fides sine operi-bus" (dilettazione celeste) / "Mor-tua est" (dilettazione terrestre): il libro in mano alla Grazia
"Fides sine operi-bus" (dilettazione celeste) / "Mor-tua est" (dilettazione terrestre): il libro in mano alla Grazia
Fides sine operibus (dilettazione celeste) / Mortua est (dilettazione terrestre). L'affresco consta di due parti: Fides sine operibus (parte sinistra) e Mortua est (parte destra). A centro (in azzurro), non più visibile per intero, la Giustizia
Fides sine operibus (dilettazione celeste) / Mortua est (dilettazione terrestre). L'affresco consta di due parti: Fides sine operibus (parte sinistra) e Mortua est (parte destra). A centro (in azzurro), non più visibile per intero, la Giustizia

Giuseppe Fedele Vitale, in Rime degli Accademici Industriosi di Gangi, coll'Orazione funerale del Barone Francesco Benedetto Bongiorno, Palermo 1769, scriveva che la Grazia (la Luce, lo Spirito Santo, la Clementia Mundi; l'economia trinitaria della salvezza: UNUS est DEUS ed è Spirito: la "Dilettazione celeste vittoriosa") utilizza la Ragione come esca, la quale segna primariamente il lume naturale, che è un riflesso del volto di Dio (UNUS est DEUS, ed è Spirito)  nell'uomo. E Gandolfo Felice Bongiorno, a sua volta, altrove scriveva che «La Ragione, qual Reina di nostra mente, reggendo le briglie, gli avidi sensi vince e soggetta, come molto più potente di loro e come eccitatrice dell'onesto e del Decoro (https://www.museosansevero.it/decoro/), le menti da maligna adombrazione offuscate, sospinge in chiara luce, apertamente mostrando di qual camino traggono i Sovrani i Sudditi, ed in quale gli conducon co' raggi suoi».

 

Sul Decoro: 

 

https://accademiaindustriosidigangifra.jimdofree.com/il-decoro/

 

Ecco la Ragione che, utilizzata come esca dalla Grazia (che tiene il Calice del Sole Eucaristico in mano), qual Reina di nostra mente, regge le briglie della mente, al fine di vincere e assoggettare gli avidi sensi, come molto più potente di loro e come eccitatrice dell'onesto e del Decoro:

 

 

Ecco gli  avidi sensi vinti e soggettati:

Ed ecco i Sovrani, sempre nella sala dell'affresco "Fides sine operibus - Mortua est" di Palazzo Bongiorno.  Evidente il "gallicanesimo" giansenista dei Bongiorno e degli Accademici Industriosi di Gangi.

 

 

«La Ragione, qual Reina di nostra mente [...] le menti da maligna adombrazione offuscate,

sospinge in chiara luce, apertamente mostrando di qual camino traggono 

i Sovrani i Sudditi, ed in quale gli conducon co' raggi suoi»:

I sovrani. Si faccia attenzione alla collana dell'imperatore Costantino
I sovrani. Si faccia attenzione alla collana dell'imperatore Costantino
I sovrani
I sovrani
I Sovrani
I Sovrani
I sovrani
I sovrani

 

Si  noti, nell'immagine dell'imperatore Carolus M., il fascio littorio e la lama dell'ascia per sgrossare rivolta verso se stesso, dell'angelo di sinistra (in alto) e l'attrezzo alchemico in mano all'angelo di destra (in alto). Si faccia attenzione anche al volto dipinto sul petto del re e alla corona tripartita. Si noti anche la "M." di "Carolus" (Carolus M.).

Carolus M(agnus) è all'origine dell'ideale massonico degli ordini cavallereschi medievali. Nel Settecento, oltre al ritorno ai Vangeli (giansenismo), negli ambienti massonici fu forte l'esigenza di ritornare alla purezza delle origini della cavalleria, che aveva dato il meglio di sé durante le crociate cristiane, nella liberazione della Terra Santa e dei cristiani prigionieri dei Saraceni, nonché nella protezione dei cristiani che andavano e ritornavano dai loro pellegrinaggi (viaggi iniziatici) a Gerusalemme, dove re Salomone, dopo re Davide, aveva eretto il Tempio.

Carlo Magno (Carolus M.), inoltre, era re dei Franchi (dal 768), re  dei Longobardi (dal 774) e primo imperatore del Sacro Romano Impero. I giansenisti propagandavano proprio una forma di gallicanesimo episcopalista.  

 

Su questi argomenti, si vedano i link che abbiamo riportato a seguire. Leggendoli, si capirà anche perché l'abate benedettino Giuseppe Fedele Vitale, Secretario dell'Accademia degli Industriosi di Gangi (Accademia Enguina), scrisse "La Sicilia liberata. Poema eroicu sicilianu" (la Sicilia liberata dai Saraceni) e perché l'abate benedettino Cataldo Lucio Bongiorno, fratello del barone Francesco Benedetto Bongiorno (fondatore, protettore locale e mecenate dell'Accademia degli Industriosi di Gangi, che aveva la propria sede a Palazzo Bongiorno)  fondò una Confraternita della Trinità (che aveva la propria sede presso la chiesa Madre di Gangi, parrocchia di san Nicolò), ispirata a un Giovanni, per la precisione a Giovanni di Matha, al riscatto degli schiavi cristiani in potere dei Saraceni e alla protezione dei pellegrini (il viaggio iniziatico cristiano).

 

Ecco i link:

 

http://www.heredom1224.it/area-pubblica/i-manoscritti-massonici/il-discorso-di-ramsay-1737.html

 

http://www.massoneriascozzese.it/storia/approf_tematici/Il_discorso_del_Cavaliere_De_Ramsay.pdf

 

http://www.massoneriascozzese.it/storia/approf_tematici/La_Massoneria_Scozzese_in_Italia_nella_prima.pdf

 

Sull'abate Cataldo Bongiorno e sul barone Francesco Benedetto Bongiorno, si veda: 

 

https://accademiaindustriosidigangifra.jimdofree.com/francesco-benedetto-e-cataldo-lucio-bongiorno

 

Sull'Elogio dell'abate Giuseppe Fedele Vitale di Andrea Candiloro (1816), si veda il link a seguire. Una curiosità: Andrea Candiloro, docente di Diritto naturale a Palermo, in uno Scrutinio, è  descritto come carbonaro dignitario e di morale non sana (Archivio di Stato di Napoli,  fondo Ministero di Grazia e Giustizia, b. 6137, Scrutinio delle Valli di Palermo e Girgenti dal 1822 al 1824, Palermo, 14 novembre 1822, cc. n.n.). Come mai proprio nel 1815 venne dato alle stampe, come opera postuma (l'abate Giuseppe Fedele Vitale era morto nel 1789), il manoscritto del Poema eroico siciliano La Sicilia Liberata? E come mai un carbonaro (Andrea Candiloro) ne tesseva l'elogio, unitamente all'elogio del suo autore, e cioè l'abate Vitale, l'anno successivo (1816), aggiungendo al fine un avviso a' Patriotti Siciliani di un'opera interessante, in cui si presentano particolari nuove osservazioni sulla pubblica letteraria educazione?

 

https://books.google.it/books/about/Elogio_dell_abbate_Giuseppe_Fedele_Vital.html?id=53ncvQEACAAJ&redir_esc=y

 

 

 

Nell'affresco "Clementia Mundi", diversamente che nell'icona di Carlo Magno della sala dell'affresco "Fides sine operibus - Mortua est", la lama dell'ascia del fascio littorio è rivolta verso la Pietra Grezza da sgrossare
Nell'affresco "Clementia Mundi", diversamente che nell'icona di Carlo Magno della sala dell'affresco "Fides sine operibus - Mortua est", la lama dell'ascia del fascio littorio è rivolta verso la Pietra Grezza da sgrossare
Volto sul petto di Carolus M. Quest'immagine corrisponde al Sole sul petto di san Domenico, al Sole sul petto dell'Aquila Bicipite del cenotafio di Cataldo Lucio Bongiorno e al Sole sul petto di una statua che si trova presso la chiesa Madre di Gangi
Volto sul petto di Carolus M. Quest'immagine corrisponde al Sole sul petto di san Domenico, al Sole sul petto dell'Aquila Bicipite del cenotafio di Cataldo Lucio Bongiorno e al Sole sul petto di una statua che si trova presso la chiesa Madre di Gangi

 

Riporto per intero il passo, sulla Grazia e sulla Ragione, dell'Orazione di Gandolfo Felice Bongiorno per Il faustissimo Natale dello augusto Infante CARLO, Primogenito de' nostri gloriosi, e virtuosissimi Sovrani FERDINANDO BORBONE, e MARIA CAROLINA D'AUSTRIA.

 

Verissima cosa è, Virtuosi Accademici, di non essere ad altro scopo intenti gli umani pensieri, se non se a scegliere, e distrigar le vie, che conducono al proprio bene, il quale formando il piacere degli Uomini, tanto si rende desiderabile, quanto si cerca comunemente da tutti gli Animali, e con maggior appetito dagli Uomini, che senza un tal fine o mancherebbe ogn'opera, o dallo eccesso degli appetiti forse soccomberebbe la ragione. Per la qual cosa tutti i Principi per custodia de' Regni, ed a ben reggere e governare i Sudditi dalla istancabile eterna Mente, con providenza prescelti, ed a procacciar loro la somma e perfetta felicità [...].

L'accorta Natura, ch'è il complesso di quelle leggi costantissime, alle quali Dio, come sua Ministra, sottopose fin dal principio tutte le creature sue, e tutti i lor movimenti o necessarj, o liberi, forma quella indicibil varietà, che miriamo nella superficie delle membra, negli umori, negli spiriti, e massimamente nella struttura de' Cervelli degli Uomini, ch'è la origine del diverso ingegno, di tante varie idee, e del dissimigliante giudizio loro. Di maniera che vedendosi un Corpo ben formato e con tale armonia di parti, quai furo fra' Greci Alcibiade, e Mennona; Augusto e Scipione tra' Romani presaggir noi possiamo, che per mezzo di esse l'Anima senta una tranquillità di umori, e di spiriti, che ajuti ad opere solamente oneste, ben ordinate e sante, ad imprese grandi, magnifiche e sorprendenti; siccome dalla regolata struttura del regal Germe possiamo augurarci quelle virtù dal Cielo infuse nelle generose Anime de' Genitori, fossero dalla valorosa attitudine della Grazia in grandissima forza dentro il suo cuore, con esca di ragione alimentate e cresciute. La Ragione qual Reina di nostra mente reggendo le briglie, gli avidi sensi vince, e soggetta, come molto più potente di loro, e come eccitatrice dell'onesto e del decoro, le menti da maligna adombrazione offuscate colla sua forza sospinge in chiara luce, apertamente mostrando di qual camino traggono i Sovrani i Sudditi, ed in quale gli conducon co' raggi suoi.

 

Su questi argomenti, si vedano:

 

"L'amore è il peso che dà il moto all'anima". Giansenismo e massoneria nella seconda metà del Settecento siciliano: 

https://books.google.it/books?id=zVMfCgAAQBAJ&printsec=frontcover&hl=it&source=gbs_ge_summary_r&cad=0#v=onepage&q&f=false

 

Gli affreschi di Palazzo Bongiorno, "dimora filosofale" a Gangi: 

https://books.google.it/books?id=RZR_jgEACAAJ&printsec=frontcover&hl=it&source=gbs_ge_summary_r&cad=0#v=onepage&q&f=false

Sonetto giansenista

 

Di Cataldo Naselli, Accademico Industrioso di Gangi, Sonetto (dalla Corona di Sonetti "Allo Spirito Santo", in Rime degli Accademici Industriosi di Gangi, Palermo 1769):

 

Fra lo immenso splendor vasto, e profondo, /

Di tuo divin, bollente, eterno Lume, /

Veggio l'alma Pietà stender le piume /

In Terra, e in Ciel, nell'universo Mondo. /

Giaceva l'Uom del primo fallo al pondo, / 

Quand'Ella venir feo del sommo Nume /

Il Figlio, e dall'eterno ampio volume, /

Cassò la pena, e restò l'Uom giocondo. /

E morendo di Dio l'unico pegno /

Per opra tuo, divino Amor possente, /

Placato fu del Genitor lo sdegno. /

Furon l'alme dal Figlio, è ver, redente /

Ma il trionfo a compir fu solo impegno /

Dell'ineffabil tua gran Luce ardente.

Clementia Mundi (Lo Spirito Santo)
Clementia Mundi (Lo Spirito Santo)
Grembiule di Apprendista, Austria, 1760 ca.
Grembiule di Apprendista, Austria, 1760 ca.
Grembiulino massonico settecentesco con le Tre Virtù Teologali (i temi del grembiulino sono presenti nell'affresco delle Tre Virtù Teologali di Palazzo Bongiorno). Da notare il libro chiuso degli iniziati in mano alla Fede massonica, il Sole e la Luna
Grembiulino massonico settecentesco con le Tre Virtù Teologali (i temi del grembiulino sono presenti nell'affresco delle Tre Virtù Teologali di Palazzo Bongiorno). Da notare il libro chiuso degli iniziati in mano alla Fede massonica, il Sole e la Luna

Le Tre Virtù Teologali. Da notare il libro chiuso (della Fede massonica e giansenista) con la Luce della candela e il braccio a squadra. Da notare anche la Corona d'oro/Sole e il Sole eucaristico alle spalle delle tre Virtù Teologali. Anche nel grembiule massonico sopra riportato, in alto c'è il Sole. Lo stesso Sole eucaristico è presente nell'affresco "Bonam Ortu Diem" (Divin Redentore / Apollo / Sole eucaristico / Albedo) e nell'affresco "Fides sine operibus" - "Mortua est" (la Grazia che tiene in mano il Calice, dal quale sorge l'Eucarestia/Sole). Sempre nell'affresco "Bonam Ortu Diem"  è presente il Sole/Rosso/Rubedo (Amaranto). Il Sole/Rosso (Amaranto) è presente anche sulla bara dell'abate Andrea Vitale ("Fossa di Parrini" - mummie dei sacerdoti imbalsamati, chiesa Madre di Gangi, parrocchia di san Nicolò) e sul petto di san Domenico (museo chiesa Madre, "Nave degli eretici"). Il Sole è presente nel blasone del barone Francesco Benedetto Bongiorno; sul petto dell'aquila bicipite del cenotafio dell'abate Cataldo Lucio Bongiorno (chiesa Madre), fratello del barone; sulla statua verosimilmente proveniente da Palazzo Bongiorno e oggi allocata nella chiesa Madre; sul pannello centrale argenteo del paliotto della chiesa Madre (museo della parrocchia). Raggi di Sole partono e si proeittano verso l'alto dal tetragramma DEUS (UNUS est DEUS) del Simbolo (contenente, in basso, il Triangolo con l'Occhio/punto) dipinto negli affreschi della saletta del Tabernacolo di Palazzo Bongiorno. Sempre a Palazzo Bongiorno, nell'affresco "Clementia Mundi", in alto, al posto della tiara e delle chiavi (una d'oro e l'altra d'argento) - si veda l'affresco della Clemenza di Palazzo Altieri - sono raffigurati i simboli alchemici (vegetali) del Sole e della Luna; simboli alchemici vegetali che sono presenti anche nei dipinti dell'affresco "Bonam Ortu Diem".

Sotto le Tre Virtù Teologali, nell'immagine sopra riportata,  separato da una nuvola plumbea, c'è l'uomo caduto (la corruzione umana giansenista, la "Dilettazione terrestre") 

IL TEMA DEGLI SPECCHI (Reflexiones)

Palazzo Bongiorno (Sala dell'affresco alchemico "Bonam Ortu Diem" - Foto by Arianna Di Romano)
Palazzo Bongiorno (Sala dell'affresco alchemico "Bonam Ortu Diem" - Foto by Arianna Di Romano)

Palazzo Bongiorno (video con specchi by Officine Teatrali quint'Armata, tratto da Mysteria di Santi Cicardo)

https://www.youtube.com/watch?v=YUQZzQCp_bo

Collegato al tema del Sole/Luce/Albedo è il tema, o ciclo, degli specchi.

Sia all'inizio che alla fine del percorso filosofale (via iniziatica) ci sono degli specchi. All'inizio del percorso gli specchi sono semicoperti. Alla fine del percorso lo specchio non è più coperto ed è implicato in un "meccanismo" di riflessioni (Reflexiones) e di salvezza. 

Quello delle Reflexiones è un tema quesnelliano (Pasquier Quesnel). A Palazzo Bongiorno, il giansenismo si sposa (le nozze alchemiche) con temi della cultura massonica settecentesca

 

Su Pasquier Quesnel, si veda:

 

http://www.treccani.it/enciclopedia/pasquier-quesnel_%28Enciclopedia-Italiana%29/

 

Sul giansenismo, si veda: 

 

https://accademiaindustriosidigangifra.jimdofree.com/giustino-cigno/

All'inizio del percorso filosofale, nel Gabinetto di Riflessione (Meditazione), ai quattro angoli della saletta, ci sono quattro specchi semicoperti (verde/Terra) tra oggetti da toilette, bruciaprofumi, anfore per abluzioni e un turibolo con porta incenso
All'inizio del percorso filosofale, nel Gabinetto di Riflessione (Meditazione), ai quattro angoli della saletta, ci sono quattro specchi semicoperti (verde/Terra) tra oggetti da toilette, bruciaprofumi, anfore per abluzioni e un turibolo con porta incenso
Sempre all'inizio del percorso filosofale, nel Gabinetto di Riflessione (Meditazione) la donna, assorta nella riflessione, con la mano sinistra, allontana da sé lo specchio semicoperto che le porge uno dei due bambini (nell'atto di scoprire lo specchio)
Sempre all'inizio del percorso filosofale, nel Gabinetto di Riflessione (Meditazione) la donna, assorta nella riflessione, con la mano sinistra, allontana da sé lo specchio semicoperto che le porge uno dei due bambini (nell'atto di scoprire lo specchio)
Donna in Riflessione/Meditazione (assorta nei suoi pensieri). Si faccia attenzione alla testa dello scettro: è un occhio. Si tratta dell'Occhio della Provvidenza ("Clementia Mundi"), che Vede e Provvede
Donna in Riflessione/Meditazione (assorta nei suoi pensieri). Si faccia attenzione alla testa dello scettro: è un occhio. Si tratta dell'Occhio della Provvidenza ("Clementia Mundi"), che Vede e Provvede

 

La donna è in riflessione, in meditazione, e rifiuta uno specchio semicoperto (come quelli posti agli angoli) che gli viene offerto da un bambino. La saletta è piccola, il tetto è ribassato (come nel Tabernacolo del palazzo). Nei dipinti degli affreschi sono raffigurati degli oggetti di "gabinetto" (pettini, aghi, collane di perle con diademi, forbici ecc.), unitamente però a un turibolo con portaincenso, a bruciaprofumi in azione, e a quattro anfore per abluzioni purificatorie. I colori degli abiti della donna, che ha il capo coperto, sono alchemici, e il suo piede è pronto ad uscire fuori dalla cornice del dipinto. I quattro specchi dipinti agli angoli sono coperti da drappi di colore verde. La donna tiene in mano uno scettro d'oro che ha in testa un "occhio onniveggente".

E' evidente che siamo in presenza di icone che evocano, per suggestione, un "Gabinetto di riflessione (o di meditazione)". E' altresì evidente l'intenzione di comunicare che si sta per entrare all'interno di una "via iniziatica", e cioè di una "dimora filosofale".

 

Sala dell'affresco "Bonam Ortu Diem": ai quattro angoli della stanza ci sono quattro specchi completamente scoperti e circondati da armi, ma lasciati incompiuti
Sala dell'affresco "Bonam Ortu Diem": ai quattro angoli della stanza ci sono quattro specchi completamente scoperti e circondati da armi, ma lasciati incompiuti
Alla fine del percorso filosofale (via iniziatica), nell'affresco giansenista "Fides sine operibus" - "Mortua est", c'è un "meccanismo di salvezza" di lancia, spada e specchio
Alla fine del percorso filosofale (via iniziatica), nell'affresco giansenista "Fides sine operibus" - "Mortua est", c'è un "meccanismo di salvezza" di lancia, spada e specchio
Quadro di Loggia massonico (1791). La Luce ("Lux lucet in tinebris"), riflettendosi nello specchio, traccia il "Quadro di Loggia", in grado di apprendista, che è sul tavolo. Gli apprendisti lo studiano
Quadro di Loggia massonico (1791). La Luce ("Lux lucet in tinebris"), riflettendosi nello specchio, traccia il "Quadro di Loggia", in grado di apprendista, che è sul tavolo. Gli apprendisti lo studiano
Giocatori di scacchi in una taverna inglese (nel 1717 la Gran Loggia di Londra nacque nelle taverne)
Giocatori di scacchi in una taverna inglese (nel 1717 la Gran Loggia di Londra nacque nelle taverne)
Quadro di Loggia massonico (1782). Si notino il simbolo alchemico Mercurio, il Sole e la Luna ( Y )
Quadro di Loggia massonico (1782). Si notino il simbolo alchemico Mercurio, il Sole e la Luna ( Y )

 

 

Sul "Quadro di Loggia" massonico, si veda:

 

http://www.ritosimbolico.it/rsi/2012/08/quadro-di-loggia/ 

IL SOLE, I SUOI RAGGI DI LUCE E LE INDUSTRE MACCHINE PER MISURARLI

Ecco come l'abate (benedettino o domenicano) Giuseppe Fedele Vitale descrive il barone Francesco Benedetto Bongiorno, nell'Orazione funerale a lui dedicata, in Rime degli Accademici Industriosi (Palermo, 1769):

 

Sì, valorosi Accademici, siccome nell'ingegnosa industre macchina, con cui l'Uomo il corso del raggiante luminoso Pianeta misura, le cento ineguali parti di simetria, di figura, di ufficio si raccolgono insieme, onde al famoso ordegno il moto avvalorare, e la possa; tutte, e quante le folgoranti sue doti con dolce industria, saggiamente spartendo, quell'accurato prudente senno mostrò, il quale sol pensa, come, e per qual via possa meglio per il bene pubblico oprarsi, e con che arte possa tirare a se le Città, perché lo ascolti, e impari qual debba essere l'animo di un buon Cittadino verso la Patria: onde non altrimenti, che adopra appo il Mondo i suoi portentosi spettacoli il Sole verso la Patria l'illustre Difonto le sue valorose gesta comparte.

 

Ed ecco come Gandolfo Felice Bongiorno, nella sua Orazione Per il felice e faustissimo Natale dello augusto Infante Carlo,  Primogenito de' nostri gloriosi, e virtuosissimi Sovrani FERDINANDO BORBONE, e MARIA CAROLINA D'AUSTRIA, descrive i Re:

 

Sono Essi, vaglia il vero, come Astri, i quali tendono scambievolmente tra di loro, ma con minor forza, che verso i Regi, che a somiglianza del Sole, il di cui raggio sulle altre Stelle si sparge, e tutte di ampio chiarore le veste, eglino i lampi suoi sovra gli altri Uomini allargando, sostengon la Ragione, la Giustizia, e le Leggi; conservon la Pace; le Arti, e le Scienze promuovono; onde tranquillamente i Regni intraprendono i trafichi, con vicendevole armonia vivendo, resulta la gloria, e la felicità de' Popoli; i quali come scerner possono nel suono le accordate corde dalle discordi, hanno pur anche poter di conoscer le Virtù armoniche de' loro Sovrani; e in loro goder quel buono, che sivvero in essi nasce, ed è suo proprio pregio, in tutti prestamente si difonde.

 

E su re Ferdinando Borbone, sempre Gandolfo Felice Bongiorno, nella sua Orazione scrive:

 

Quindi il Savjssimo FERDINANDO, come s'esperta mano in un piano segna regolate linee e lunghe, e brevi da' numeri terminate attorno un ago, che fissa, dove riflettendo il Sole i raggi suoi, coll'ombra, che forma il corso del giorno esattamente misura. Così Egli i doveri della Società con sacrosante leggi lineando, Astrea leva per asse, il quale alla riflessa luce di sue Virtù i gradi del viver toccando coll'ombra, il buon ordine distingue, e rilieva del merito il veritiero pondo; ed Egli liberale il premio, e porge clemente e pietoso la pena a ciascuno.

 

Su questi argomenti:

 

"L'amore è il peso che dà il moto all'anima". Giansenismo e massoneria nella seconda metà del Settecento siciliano: 

https://books.google.it/books?id=zVMfCgAAQBAJ&printsec=frontcover&hl=it&source=gbs_ge_summary_r&cad=0#v=onepage&q&f=false

 

Gli affreschi di Palazzo Bongiorno, "dimora filosofale" a Gangi: 

https://books.google.it/books?id=RZR_jgEACAAJ&printsec=frontcover&hl=it&source=gbs_ge_summary_r&cad=0#v=onepage&q&f=false

 

 



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