Ricerche sulla devianza sociale cognitiva e sul mutamento sociale
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Questo sito-ebook va letto unitamente al volume F.P. Pinello (2020), Il Decoro. Dalla Cappella Sansevero a Palazzo Bongiorno (Tipheret, Gruppo Editoriale Bonanno, Acireale-Roma), perchè ne costituisce parte costitutiva e integrante. Chi visita il Palazzo può utilizzarlo come guida turistica online
Le eresie, le scomuniche, i regi provvedimenti sanzionatori, l'alchimia, la massoneria costituiscono fenomeni di devianza sociale cognitiva, etichettamenti e stigmatizzazioni oggetto di biasimo, e, allo stesso tempo, sintomi e indici di mutamento sociale. Utilizzando un metodo comparativo, basato su testi scritti, dipinti, affreschi, statue, palazzi, biografie, strutture sociali, storia - tutti dati sincronici -, con la "qualità della mente" promessa dall'immaginazione sociologica di Charles Wright Mills, è stato possibile comprendere ciò che è accaduto nel regno di Napoli e di Sicilia durante la seconda metà del Settecento e prima della Rivoluzione francese, relativamente alla viralità di alcune informazioni gianseniste, alchemiche e massoniche, che si diffondevano mediante una rete di accademie.
La ricerca è stata tradotta anche in un percorso turistico. I testi e le immagini sono disponibili all'indirizzo web: https://accademiaindustriosidigangifra.jimdofree.com/
Un libro-guida prezioso che svela una Palermo pregna di bellezza e antica sapienza segreta. Una ricerca storico- alchemica unica nel suo genere, prima parte del viaggio misterico con cui il lettore scoprirà i segreti celati dietro i complessi codici finora comprensibili solo agli Iniziati. Palermo Occultata è il primo dei volumi che raccoglie i servizi che Lucia Vincenti ha realizzato in esclusiva per il «Giornale dì Sicilia».
Essendo io un sociologo che riconosce e apprezza il ruolo della storia nelle ricerche e negli studi di "scienza sociale", voglio qui riportare un passaggio dell'Immaginazione sociologica del sociologo statunitense Charles Wright Mills, che considero un "Maestro classico": «Il compito principale dello storico è di tenere in regola il diario dell'umanità; dichiarazione di scopi, questa, ingannevolmente semplice. Lo storico rappresenta la memoria organizzata dell'umanità, memoria che, sotto forma di storia scritta, è enormemente malleabile. Essa muta, e spesso in modo del tutto radicale, da una generazione di storici all'altra - e non per la semplice ragione che nuove e più approfondite ricerche hanno immesso nel diario fatti e documenti nuovi. Muta anche a causa dei cambiamenti che si sono verificati nei punti di interesse e nella cornice presente entro la quale il diario viene elaborato. Cambiano i criteri di scelta fra gli innumeri fatti disponibili, e al tempo stesso cambiano le interpretazioni fondamentali del loro significato. Lo storico non può evitare di compiere una scelta di fatti, anche se poi cerca di nasconderla, mantenendosi cauto e circospetto nelle interpretazioni. [...] Tutti questi pericoli dell'impresa dello storico fanno di essa la più teoretica delle discipline umane, e ciò rende ancora più impressionante la tranquilla incoscienza di molti storici. Impressionante, sì, e tale da lasciarci piuttosto perplessi. È da supporsi che vi siano stati periodi in cui le prospettive erano rigide e monolitiche e gli storici potevano benissimo continuare a non avere coscienza dei temi dati per scontati. Ma tale non è la nostra epoca; oggi lo storico che non abbia una “teoria” può fornire il materiale per scrivere la storia, ma non può scriverla egli stesso. Può alimentare il diario, non può tenerlo in ordine. E oggi quest’ultimo compito esige che si rivolga aperta attenzione a qualcosa che va molto al di là dei “fatti”.
La produzione degli storici», di quelli che scrivono la storia e non di quelli che tali non sono perché si limitano a fornire materiale agli storici, alimentando il diario, senza però essere capaci di tenerlo in ordine, «può considerarsi come un grande archivio, indispensabile per tutta la scienza sociale.
Questo mi sembra un modo di vedere giusto e fecondo».
Ritengo «che ogni scienza sociale - o, meglio, ogni ben impostato studio sociale - deve essere concepita secondo uno scopo storico e condotta con largo uso di materiale storico», scritto da storici. «Questa semplicissima nozione è l'idea madre per la quale mi batto»
Francesco Paolo Pinello
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